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E tu in che modo ti spingi?

E tu in che modo ti spingi?

Le “spinte” sono voci interne che ci guidano, spingendoci letteralmente, a comportarci sempre in un certo modo, perfino quando ci accorgiamo che non ci conviene.

24 APR 2021 - Tempo di lettura: 5 min.

La maggior parte dei pazienti, se non tutti, vengono in terapia portando ferite inflitte in un tempo lontano lontano. 
I genitori, si sa, non sono esseri perfetti e non esiste un manuale d’istruzione per poterlo diventare. Ma poi, parliamoci chiaro, chi lo vorrebbe un genitore perfetto? Quello che non sbaglia mai, quello che ha sempre una risposta per tutto, quello che eccelle in ogni tipo di attività? Un genitore così, diventerebbe ingombrante, una presenza terrorifica alla quale ambire e sulla quale modellarsi, senza mai poterla pienamente raggiungere, con tutte le ricadute del caso sulla propria nascente autostima.
Ecco perché Winnicott parla di “madre sufficientemente buona”, non perfetta, solo “sufficientemente buona”. Quella cioè che può sbagliare e chiedere scusa, può non avere risposta a tutte le domande e non vergognandosi di questo, stimolare una riflessione sulla natura delle cose, quella che è attenta ai bisogni del proprio figlio e vi risponde adeguatamente, senza anticipare richieste o stabilendo degli a priori.

Nell’educazione dei propri figli i genitori esprimono, prima di tutto, quello che è il loro modello educativo, che deriva da quello appreso dai propri genitori, che a loro volta lo hanno imparato dai bisnonni e così via. E spesso l’educazione passa anche attraverso ricatti, negazioni, punizioni che sembrano avere scopi educativi ma che in realtà sono ingiustizie, ritorsioni, vendette. Il messaggio che passa a questo livello è uno: “Mio padre o mia madre mi amano solo a condizione che …”. Che io sia forte, che io sia perfetto, che io sia compiacente. Ed è qui che nascono quelle che in Analisi Transazionale si chiamano “spinte”. 
Le “spinte” sono voci interne che ci guidano, spingendoci letteralmente, a comportarci sempre in un certo modo. 
C’è chi obbedisce alla spinta “sii forte!” e non dimostra mai momenti di debolezza o fragilità, chi alla spinta “sbrigati!”, divenendo un campione di efficienza, ma peccando in precisione.
Le spinte, come avrete quindi capito, possono trasformarsi anche in trappole, poiché siamo portati a seguirle anche quando non ci conviene. E lo facciamo in assoluta buona fede, convinti infatti che, obbedendo a questi comandi interiori, ci garantiremo l’apprezzamento degli altri, primi fra tutti i nostri genitori, i fautori delle spinte a cui continuamente ci adeguiamo.

A seconda delle esperienze vissute in relazione al rapporto coi propri genitori, sono state categorizzate 5 tipi di spinte.

1. “Compiaci!”
Le persone che agiscono sotto la spinta “compiaci!” fanno di tutto per piacere agli altri. Pur apparentemente sembrando un’ottima risorsa, in quanto rende socievoli, empatici e tolleranti, il rovescio della medaglia è quello di non riuscire mai a dire di no e di anteporre, quasi sempre, i bisogni degli altri ai propri, impedendosi in tal modo di darsi la dovuta importanza, privandosi della possibilità di affermarsi all’interno delle relazioni, apparendo così privi di personalità.

2. “Sii forte!”
Chi è influenzato della spinta “sii forte!” non mostra mai i propri sentimenti. Il fatto è che nascondere quello che si prova non reca grandi vantaggi: rende indecifrabili, incomprensibili e allontana le persone. È invece importante capire che le emozioni sono una risorsa, non una debolezza. Ci aiutano a comunicare i nostri stati d’animo e quindi a migliorare le nostre relazioni con gli altri.

3. “Sforzati!”
Le persone spinte dal comando “Sforzati!” sono convinte che per ottenere le cose bisogna fare fatica. Il che le porta a dare il massimo in tutto quello che fanno. Sono anche sempre disponibili a dare una mano e in generale si danno un gran da fare. Inoltre tendono a impegnarsi in mille cose senza portarne a termine nessuna. Chi agisce sotto questa spinta, infatti, si concentra sullo sforzo invece che sull’esito, così prova e riprova, anche se non raggiunge l’obiettivo.

4. “Sii perfetto!”
Chi agisce sotto la spinta “Sii perfetto!” ha standard elevatissimi. La sua vocina interiore continua a ripetergli: “Dovresti fare meglio”, così, qualsiasi risultato ottenga, non è mai soddisfatto. Inoltre tende a non rispettare le scadenze perché può essere bloccato dalla paura di sbagliare, di fallire o di perdere il controllo della situazione. Tuttavia, chi sbaglia ha un considerevole vantaggio; è risaputo che è dagli errori che si impara di più. La vita di chiunque è costellata di piccoli fallimenti, imparare a tollerarli, invece che farne una tragedia, è il segreto per uscire da questa trappola.

5. “Sbrigati!”
Chi obbedisce alla spinta “sbrigati!” sente il bisogno di fare tutto il più in fretta possibile, il che significa che fa un sacco di cose. È un pozzo di energia: instancabile, iperefficiente e focalizzato sui risultati. Peccato che, per fare veloce, va soggetto a molti errori e perde dettagli essenziali. Oltre al fatto che dimentica subito quello che fa, perché non lascia il tempo alle sue esperienze di sedimentare nella mente.

E tu in che modo ti spingi?

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Psicologa Psicoterapeuta iscritta all’Ordine delle Psicologhe e degli Psicologi del Veneto (nr. 9960)  - P. iva: 04611260276