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Che cos'è l'EMDR e come funziona?

Che cos'è l'EMDR e come funziona?

L'EMDR è un particolare tipo di approccio terapeutico che viene impiegato per il trattamento di traumi e stress psicologici di entità più o meno severa.

17 FEB 2021 - Tempo di lettura: 6 min.

Che cos'è l'EMDR?

L'EMDR - acronimo di Eye Movement Desensitization and Reprocessing - o desensibilizzazione e rielaborazione attraverso i movimenti oculari, è un particolare tipo di approccio terapeutico che viene impiegato per il trattamento di traumi e stress psicologici di entità più o meno severa. Il trattamento con EMDR si basa sulla teoria secondo cui i disturbi derivanti da un trauma, siano il risultato di una elaborazione non corretta della grossa mole di informazioni (pensieri, emozioni, sensazioni fisiche) ricevute dall'individuo durante l'evento stressante. A questo proposito, l'EMDR si pone l'obiettivo di ridurre la sofferenza dell'individuo, "riattivando" la sua capacità di elaborare in maniera corretta le informazioni, le sensazioni e le emozioni negative, suscitate dai ricordi dell'evento traumatico.
Quest'approccio è basato sul fatto che l'esperienza traumatica, grande o piccola che sia, possa non essere elaborata e portare a ripercussioni sulla salute psichica e fisica dell'individuo, anche nel lungo termine. La tecnica dell'EMDR si focalizza proprio sui ricordi del trauma o dell'evento stressante e, mediante l'utilizzo di movimenti oculari, si pone l'obiettivo di desensibilizzare tali ricordi, facendo perdere loro la carica emotiva negativa che inevitabilmente possiedono. Scopo dell'EMDR è, quindi, quello di consentire all'individuo di elaborare correttamente il trauma e il suo ricordo. 

In che cosa consiste il metodo EMDR?

Il trattamento con EMDR si basa sulla teoria secondo cui i disturbi derivanti da un trauma o da eventi particolarmente stressanti siano il risultato di una non elaborazione razionale, o di una elaborazione non corretta, della grossa mole di informazioni (pensieri, emozioni, sensazioni fisiche) ricevute dall'individuo durante il trauma o l'evento stressante.
In altri termini, è come se le sensazioni emotive e fisiche provate durante il trauma rimanessero "bloccate" nell'individuo, ripresentandosi anche a distanza di tempo, come se la persona stesse ancora vivendo l'evento scatenante questi disturbi.
A questo proposito, l'EMDR si pone l'obiettivo di ridurre la sofferenza dell'individuo "riattivando" la sua capacità di elaborare in maniera corretta le informazioni, le sensazioni e le emozioni negative suscitate dai ricordi dell'evento traumatico o stressante.

Quali traumi si possono trattare con l'EMDR?

L'EMDR viene utilizzato per trattare disturbi connessi a traumi e stress, la cui gravità può essere più o meno elevata. Difatti, questo approccio terapeutico viene utilizzato tanto per alleviare i disturbi derivanti dai cosiddetti piccoli traumi (o traumi con "t" minuscola), caratterizzati da una percezione di pericolo non particolarmente intensa (ad esempio, l'aver subito umiliazioni da bambini che lasciano un segno anche nell'individuo adulto, oppure le umiliazioni subite sul posto di lavoro, ecc.), quanto per alleviare i disturbi derivanti dai cosiddetti grandi traumi (o traumi con la "T" maiuscola), che portano alla morte o comunque minacciano gravemente l'integrità fisica di se stessi o delle persone circostanti (ad esempio, catastrofi naturali, incidenti particolarmente gravi, ecc.).

Come si svolge una seduta di EMDR?

Il trattamento con EMDR si articola in otto distinte fasi.

Fase 1: la prima fase del trattamento con EMDR prevede l'esecuzione di un'attenta e approfondita anamnesi del paziente, cui deve seguire l'elaborazione di un piano terapeutico adeguato. In questa fase il terapeuta deve identificare quale sia l'evento traumatico o stressante causa dei disturbi che affliggono il paziente e deve altresì verificare la sua idoneità ad iniziare e proseguire con un trattamento di questo tipo, valutando la sua stabilità personale e le risorse possedute.


Fase 2: nella seconda fase, il terapeuta deve preparare il paziente a ricevere il trattamento, informandolo delle teorie sul quale si basa e di come si svolgerà la seduta. Allo stesso tempo, l'individuo deve venire a conoscenza dei possibili disturbi che potrebbe manifestare sia durante che al termine delle sedute.


Fase 3: la terza fase consiste nella valutazione e nella definizione del ricordo del trauma, delle sensazioni e delle emozioni negative che esso suscita.


Fase 4: la quarta fase consiste nella desensibilizzazione che viene effettuata attraverso la stimolazione oculare operata dal terapeuta: il paziente viene invitato a focalizzarsi sul ricordo traumatico e a seguire, con lo sguardo, i movimenti delle mani effettuati dal terapeuta. In questo modo, il paziente è obbligato a compiere dei movimenti oculari al ritmo dei movimenti del terapeuta. Proprio questi movimenti oculari ritmici, che avvengono mentre il paziente individua l'immagine traumatica e le sensazioni negative ad essa associate, dovrebbero favorire la rielaborazione delle informazioni rimaste "congelate" fino a quel momento, fino ad arrivare alla risoluzione e all'allontanamento del senso di disagio.


Fase 5: la quinta fase consiste nella ristrutturazione cognitiva dell'evento traumatico o stressante. In altri termini, il paziente viene spinto a modificare in positivo la prospettiva sull'evento traumatico. 


Fase 6: nella sesta fase, il terapeuta, insieme al paziente, esegue una cosiddetta "scansione corporea" per verificare se vi è ancora la presenza di sensazioni fisiche ripensando all'evento traumatico o stressante.


Fase 7: la settima fase è quella della chiusura e ha lo scopo di verificare lo stato di equilibrio del paziente. In quest'ambito, il terapeuta chiederà al soggetto di compilare un diario per la settimana seguente, nel quale dovrà annotare la comparsa di pensieri, sensazioni, sogni o immagini riconducibili all'evento traumatico o stressante.


Fase 8: l'ultima fase viene effettuata la settimana successiva la seduta e serve a verificare se nel paziente sono insorti nuovi disturbi, emozioni, ecc. che siano riconducibili al ricordo traumatico o stressante che lo ha spinto a sottoporsi al trattamento con EMDR.


Fonte: myPersonalTrainer.it [Ilaria Randi]

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Psicologa Psicoterapeuta iscritta all’Ordine delle Psicologhe e degli Psicologi del Veneto (nr. 9960)  - P. iva: 04611260276